martedì 30 aprile 2013

Lucia nel castello dell'Innominato


Per giovedi' 2 maggio il lavoro di PS prevedera' la lettura di una parte considerevole del romanzo, sul quale ti assegnero' una comprensione scritta a breve .... intanto riassumi in un breve testo scritto gli eventi principali a cui si fa riferimento nel cap. XVIII e  XIX  (max dieci righe per capitolo)

Leggi tutto il capitolo XX .
Il personaggio dell'Innominato oggi sarebbe quello di un boss mafioso. Il narratore ce lo presenta anche attraverso la descrizione del luogo in cui vive.
1.Utilizza i particolari della descrizione in senso connotativo, in modo da ricavarne il ritratto di questo personaggio, forse il piu' importante del romanzo e scrivi le tue considerazioni in proposito.  (ES. Il fatto che egli viva in un castello posto su di un poggio puo' trasmettere l'idea di un personaggio molto in vista, assai potente).
2.Sottolinea invece il ritratto fisico di questo personaggio.
3.Perche' l'Innominato accetta di aiutare Don Rodrigo? Ne è contento ?
4.Descrivi la crisi psicologica in cui egli si dibatte. 

5.Sottolinea sul testo la reazione di Gertrude alla proposta di Egidio e il suo comportamento.
6.Racconta come avviene il rapimento di Lucia.

L'analisi di questa parte del romanzo avverra' tramite interrogazione.
Buon primo maggio


Grammatica per giovedi'


sulla coordinazione delle proposizioni:

le CONGIUNZIONI COORDINANTI piu' utilizzate sono:

quelle che semplicemente uniscono (COPULATIVE) come  E, ANCHE,     NE', NEPPURE, NEANCHE
quelle che separano escludendo uno dei due elementi (DISGIUNTIVE) come O,OPPURE
quelle che contrappongono (AVVERSATIVE) come MA, PERO', TUTTAVIA, BENSI', PIUTTOSTO
quelle che spiegano cio' che è stato affermato prima (ESPLICATIVE) come INFATTI, CIOE'
quelle che esprimono una conclusione (CONCLUSIVE) come QUINDI, PERCIO', ALLORA, DUNQUE
quelle che servono a marcare una correlazione fra elementi (CORRELATIVE) come O ...O, SIA...SIA, NE'...NE', NON SOLO ....  MA ANCHE

es. 1 Inserisci le congiunzioni coordinanti appropriate. Non sempre ad essere coordinate sono proposizioni, ma altri elementi del discorso.

1. La conferenza era stata molto lunga / il dibattito fu annullato. 2. Giochiamo a tombola/ a Monopoli ? 3. Ti abbiamo accontentato in tutto/ smetti di essere imbronciato.4. Si tratta di un film/ ben diretto e ben recitato / interessante, per le problematiche che affronta. 5. Barbara riesce bene in tutte le materie/ in disegno. 6.....che ti piaccia .....che non ti piaccia, devi fare quello che ha stabilito tuo padre. 7. Non lo faccio volentieri/andro' a trovare gli zii per farti contento.8. In questo momento sta piovendo/prendi l'ombrello. 9. Ho fatto tutto quello che volevi, adesso/lasciami in pace. 10. In questo paesino non c'è /un cinema.

2. Sottolinea le congiunzioni coordinanti, poi riconoscine il tipo
1. Partiro' il 22 di febbraio, cioe' tra quattro giorni. 2.Sono molto stanco percio' restero' a casa 3.Verro' con voi con molto piacere ma devo rientrare prima delle otto.4. Volete giocare a carte oppure andare a fare una passeggiata?5. Restera' in casa sino alla fine di questo programma televisivo ossia sino alle cinque.6. Ho portato non solo gli sci da discesa ma anche quelli da fondo.7. Non voglio fare il compito ne' studiare la lezione.8. Ha un aspetto burbero eppure è sempre pronto ad aiutare gli altri. 9. Ho finito tutti i compiti anche quelli di matematica. 10. Andrea sta per iniziare l'universita': si iscrivera' o a medicina o ad economia.

sul libro a pag. 336 vedi di che tipo possono essere le proposizioni principali: fanne degli appunti sul tuo quaderno, poi svolgi gli esercizi a pag. 337 il "verifica se hai capito", 1,2


sabato 27 aprile 2013

Grammatica per lunedi' 29


Sui verbi predicativi e il complemento predicativo svolgi gli esercizi
a pag. 288  il " Verifica se hai capito"
a pag. 289 il n° 1 - 2 - "Verifica se hai capito" - e "analisi logica"

NB: Ricorda che a volte il complemento predicativo (che risponde alla domanda " COME?") è unito al verbo copulativo da locuzione quali COME, IN QUALITA' DI - IN VESTE DI - PER

martedì 16 aprile 2013

La questione della lingua

E' nuovamente funzionante il  link della SEIeditrice, da cui è possibile scaricare le schede di simulazione della prova, che utilizzeremo il 24 aprile, correggendole.
Per quella data, sugli argomenti del ripasso svolgi sul libro di grammatica gli esercizi a pag. 335 n° 1 -  2 - e a pag. 333 il n° 1. Vedi da solo/a sul testo a pag. 336 la classificazione delle frasi principali e svolgi l'esercizio "verifica se hai capito" a pag. 337  poi n° 1 e 2

Per lunedi' 29 aprile il lavoro di PS prevedera' la lettura di una parte considerevole del romanzo, sul quale ti assegnero' una comprensione scritta a breve .... intanto riassumi in un breve testo scritto gli eventi principali a cui si fa riferimento nel cap. XVIII e  XIX


LA “ QUESTIONE DELLA LINGUA” nei Promessi Sposi

La lingua letteraria dell’epoca manzoniana era in qualche modo derivata dal modello del volgare fiorentino utilizzato nella Firenze del Trecento da Dante, Petrarca e Boccaccio.
Se nei secoli del medioevo questo linguaggio si era rivelato uno strumento elegante e ricco di espressivita’, nell’Ottocento era divenuto ormai una lingua vecchia di cinquecento anni, aulica, compresa solo da una piccola elite di lettori estremamente colti, lingua che anche i letterati dovevano studiare come fosse una lingua straniera, inefficace ad esprimere il pensiero e la realta’ vissuta dalle persone di quel tempo.
Manzoni stesso, educato in ottimi collegi e cresciuto tra la Lombardia e la Francia, comunicava anche per iscritto o attraverso la lingua francese o il dialetto meneghino.
Inoltre per quanto riguarda la lingua parlata la penisola italiana non disponeva di una lingua “nazionale”, ma di molteplici “dialetti”, parlati nelle diverse regioni.
Manzoni era dunque uno scrittore che avvertiva con disagio l’anomalia  della situazione italiana: mentre i Francesi per scrivere usavano la stessa lingua con cui parlavano, gli “italiani” che proveniavano da diverse regioni dovevano utilizzare il vocabolario della Crusca per intendersi tra loro.
Ricordiamo che il periodo storico in cui Manzoni vive è quello del Risorgimento, durante il quale si forma lo stato unitario d’Italia, progetto politico condiviso anche dal nostro scrittore. Quindi egli aveva un duplice progetto: superare il distacco tra lingua scritta e parlata e trovare una lingua comunitaria, popolare e nazionale, da utilizzare in scritti rivolti ad un pubblico piu’ ampio.
In una lettera all’amico Claude Fauriel Manzoni scriveva sulla questione della lingua : “ Per nostra sventura lo stato dell’Italia divisa in frammenti, la pigrizia e l’ignoranza quasi generale hanno posto tanta distanza tra la lingua parlata e la scritta, che questa puo’ dirsi quasi lingua morta.Percuio’ gli scrittori (….) non possono produrre l’effetto che si propongono, cioe’ erudire la moltitudine e di rendere le cose un po’ piu’ come dovrebbero essere”.
Vi faccio notare che per Manzoni cresciuto sotto lo stimolo delle idee illuministe, l’Arte non deve solo essere bella, ma avere anche una efficacia morale e sociale.
Fin dai primi decenni dell’Ottocento dunque Manzoni progetto’ di raccontare una vicenda in cui fossero protagonisti non solo “principi e potentati” ma anche “genti meccaniche e di picciol affare” e che potesse essere agevolmente compresa da un larghissimo pubblico di lettori. Da quel momento il problema della lingua divenne centrale nella stesura del romanzo e Manzoni fu sempe consapevole dell’estrema difficolta’ dell’impresa.
A partire da queste considerazioni possiamo comprendere come la stesura dei Promessi Sposi si sia caratterizzata anche come una operazione di sperimentazione linguistica importante per la storia della nostra lingua: potremmo chiamarla una lunga marcia verso il toscano.
Le fasi di questo processo linguistico si possono circoscrivere a tre momenti:
1° stesura del “Fermo e Lucia” (1821 -23) : la lingua utilizzata in questa edizione venne condannata impietosamente dallo stesso Manzoni che la defini’ “un composto indigesto di frasi un po’ lombarde, un po’ toscane, un po’ francesi e un po’ anche latine…”
Fallito il tentaivo di creare dal nulla una lingua artificiale, Manzoni si dedico’ ad un vero e proprio rifacimento del primo romanzo.
2°  l’edizione del 1827 – chiamata dai critici la “ventisettana”  - linguisticamente ha la caratteristica di sostituire molti vocaboli con quelli della lingua toscana, attraverso la consultazione di vocabolari: quello toscano-milanese del Cherubini, i sei volumi del vocabolario della Crusca  e attraverso la lettura di autori classici in toscano, come novellieri, cronisti, comici.
Servirsi di libri e vocabolari era tuttavia una operazione che presentava dei forti limiti per chi, come Manzoni aveva intenzione di avvicinare la lingua scritta con quella parlata, rendendola piu’ accessibile ad un pubblico piu’ vasto.
Cosi’ dall’agosto del 1827 Manzoni soggiorno’ per alcuni mesi in Toscana, per conoscere ed apprendere una lingua toscana d’uso piu’ quotidiano, una lingua parlata da persone toscane di medio livello culturale e sociale. Questo soggiorno verra’ chiamato da Manzoni “la risciacquatura dei panni in Arno”
3° l’edizione del 1840,  pubblicata in 108 dispense. La struttura del nuovo romanzo non presenta forti cambiamenti rispetto a quella del 1827: uguali rimangono il titolo, i nomi dei personaggi, il numero e il contenuto dei 38 capitoli. La famosa “risciacquatura” consistette in un adeguamento della lingua del romanzo all’uso del parlato medio toscano.
Questo significa che attraverso la permanenza a Firenze e una continua interlocuzione con toscani e toscane ( “si dice ancora questo o come si dice ora ? e come si direbbe quest’altro che noi esprimiamo cosi’ nel nostro dialetto?” ) Manzoni pote’ sostituire molti vocaboli di derivazione troppo dialettale e vocaboli troppo arcaici e letterari – che non avevano altra esistenza fuorche’ nei libri –  con termini appartenenti alla lingua parlata.
In questo modo Manzoni, gia’ negli anni 40’ propose agli abitanti della penisola il suo modello di lingua nazionale: il fiorentino moderno.
Il suo lavoro rimane una pietra miliare nella storia della nostra lingua, raggiungendo lo scopo  di avvicinare lo scritto al parlato.
La proposta di eleggere il fiorentino a lingua nazionale comune risulto’ invece astratta: l’unificazione di una lingua non puo’ avvenire attraverso l’imposizione di un modello, ma attraverso un processo di comunicazione tra le diverse regioni e gli strati sociali, che in Italia venne reso possibile solo a partire dall’unificazione politica.
Linguisticamente i PS si rivelano un’opera con una prosa molto realistica e viva, in cui frequente è il ricorso al discorso diretto. Spesso vi compaiono vocaboli ritenuti impoetici ( CASALE, COCUZZOLO, GIOGAIA,CIOTOLONI) che la tradizione letteraria precedente non utilizzava.
Nelle edizioni precedenti inoltre tutti i personaggi umili avevano una parlata fortemente caratterizzata in senso dialettale, mentre nell’edizione del 1840 c’è omologazione linguistica. Se il linguaggio di ciascun personaggio si differenzia è perche’ marca la sua psicologia: il linguaggio è arrogante in Don Rodrigo, ambiguo in Don Abbondio, irruento in Renzo, moderato in Lucia.

mercoledì 10 aprile 2013

Preparazione al test invalsi di grammatica

Vai al link:

http://seieditrice.com/di-bene-in-meglio/files/2011/05/Verso-la-prova-INVALSI-di-grammatica.pdf

scorri le pagine fino ad arrivare alle seguenti schede : VERBO (5) PRONOME (9) e ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA FRASE (12)

prima di svolgere le esercitazioni stampa le pagine in modo di poter controllare il lavoro inn classe.

prendi nota degli  argomenti che ritieni di non conoscere sufficientemente

lunedì 1 aprile 2013

L'arresto di Renzo


CAP. XV – XVI: Arresto e fuga di Renzo

GLI ANTEFATTI: L’oste della “Luna piena”,  aiutato Renzo ubriaco ad andare a letto, gli sottrae dal  portafogli il denaro per pagarsi la cena, immaginando che dopo l’intervento degli sbirri non vedrà più il suo cliente. Infatti l’uomo si reca al palazzo di giustizia per chiarire  la propria  posizione con le autorità spagnole: riesce a parlare con un notaio, che tuttavia risulta già informato delle circostanze accadute  quella sera all’osteria milanese….

 Leggi nel cap. XV da  “ Allo spuntar del giorno Renzo russava” fino alla conclusione.

1.        Perché Renzo viene messo sotto accusa ? 2.Da chi vuole essere condotto e perché?
2.        Finora come giudicheresti il comportamento di Renzo ?
3.        Che cosa sono i “ manichini” di cui si parla nell’episodio?
4.        Come si modifica il comportamento di Renzo a questo punto dell’episodio?
5.        Spiega il significato della battuta del notaio al momento della restituzione del borsellino a Renzo : “ Se arrivi a metter piede dentro quella soglia, l’hai da pagar con usura, l’hai da pagare”.
6.        Durante l’arresto il notaio è insolitamente gentile e paziente con Renzo: evidenzia sul testo la spiegazione che di ciò ci propone il narratore
7.        In che modo Renzo riesce a liberarsi?
8.        Sottolinea sul testo il comportamento della gente davanti alla scena
9.        Evidenzia in  che modo viene chiamato il notaio: che spiegazione dai di questo epiteto?

Leggi nel XVI° da “ Scappa, scappa galantuomo” fino a “ Spera d’andar verso Bergamo, questo gli basta per ora”.

10. Dove pensa di dirigersi Renzo e qual è la ragione di questa scelta ?
11. Perché Renzo incontra una serie di persone ma non osa chiedere loro spiegazioni?